Autodifesa verbale

Strategie gentili per difenderti con le parole

COMUNICAZIONE

Ludovica Fanelli

6/27/20252 min read

megafono su fondo giallo
megafono su fondo giallo

Quante volte ti è capitato di rimanere di sasso davanti a una frase pungente, detta magari con un finto sorriso e la voce bassa, ma capace di colpirti allo stomaco come un cazzotto ben assestato?

Che si tratti della zia che ti fa l'ennesima osservazione passivo-aggressiva al pranzo di Natale, del collega che commenta ironicamente il tuo modo di vestire, o dell'amica che ti corregge con sufficienza davanti agli altri, poco cambia: ci sono parole che feriscono e silenzi che bruciano anche di più.

E allora che si fa? Si risponde male? Si subisce in silenzio? Si va a casa a rimuginare e a scrivere mentalmente la risposta perfetta che purtroppo non ci è venuta in tempo reale?

Barbara Berckhan, autrice tedesca esperta di comunicazione interpersonale, offre una terza via: quella dell'autodifesa verbale. Un'arte che non richiede urla, insulti o occhiatacce, ma consapevolezza, prontezza e una buona dose di ironia.

Difendersi senza aggredire: si può

Le tecniche di autodifesa verbale prendono spunto dalle arti marziali: non serve colpire per primi, ma essere pronti a deviare l'attacco, restando in equilibrio. Questo significa imparare a:

  • Riconoscere gli attacchi camuffati da battute.

  • Non reagire d'impulso, ma rispondere con fermezza e gentilezza.

  • Usare l'ironia, il silenzio strategico, o frasi neutre che smontano l'aggressione senza alimentarla.

Qualche esempio pratico:

"Ma che capelli hai oggi? Sembri appena scesa dal letto!"
"Esatto. Ed è stato un letto comodissimo, grazie per avermelo fatto ricordare."

Hai sempre da ridire, vero?"
"Se per sempre intendi da quando ho imparato a parlare, confermo."

"Hai mangiato un'altra fetta di torta?"
"Sì, il mio piano è diventare leggenda."

Non è solo una questione di battute brillanti. È allenare una postura interiore: smettere di sentirsi in dovere di giustificarsi, e iniziare a proteggere il proprio spazio.

Risposte standard che funzionano

Berckhan suggerisce anche risposte standard, utili quando non si vuole entrare in polemica ma si vuole segnalare il proprio confine:

  • "Non condivido, ma rispetto la tua opinione."

  • "Questo commento non mi è utile."

  • "Non mi fa ridere."

Può sembrare semplice, ma dire queste frasi richiede un piccolo atto di coraggio e un grande esercizio di rispetto per se stessi.

Un allenamento quotidiano

Come ogni abilità, anche l'autodifesa verbale si allena. Non sempre ci verrà la frase perfetta, e va bene così. Ma ogni volta che scegliamo di non subire, facciamo un passo in più verso una comunicazione più autentica. E alla fine, questo è il punto: imparare a dire la verità senza ferire, e a difendersi senza diventare aggressivi. Una forma gentile di rivoluzione quotidiana.

E' capitato anche a te?
Scrivimi e fammi sapere qual è la frase più assurda che ti sei sentito dire e a cui oggi vorresti rispondere in modo diverso.

Ciao da Ludo