Meno possiedi, più respiri

(E più eviti di diventare schiava del tappetino da bagno abbinato al portascopino)

MINIMALISMO

Ludovica Fanelli

6/17/20252 min read

C’è un segreto che non ti diranno mai nei volantini dei grandi magazzini: ogni oggetto che possiedi ti chiede qualcosa in cambio. A volte è tempo, a volte è attenzione, spesso è energia. E in certi casi – parliamo di relazioni, bollette e mutande spaiate – ti chiede anche l’anima.

Questa non è una crociata contro i plaid a pois o le tazze con scritte motivazionali (che personalmente adoro). Ma è un invito sincero a riflettere: cosa ti serve davvero?
E soprattutto: cosa ti sta rubando spazio, aria e libertà?

Quando il troppo pesa davvero

Ogni tanto succede: entri in casa e senti che ti manca il fiato. Non perché hai corso, ma perché ovunque guardi c’è qualcosa che reclama la tua attenzione. Il cassetto che trabocca, la pila di carte sul tavolo, la sedia-attaccapanni, il tappetino da bagno che non è più allineato col portascopino e quindi oddio, l’armonia cromatica è compromessa.

Scherzi a parte (ma nemmeno troppo), il disordine visivo è disordine mentale.
E il troppo possedere crea un senso di iper-stimolazione costante, che ti stanca senza che tu te ne accorga. Più cose hai, più energie ti servono per mantenerle, gestirle, difenderle o semplicemente decidere se tenerle o meno.

Non è solo una questione di spazio. È una questione di scelta.

Possedere meno non è “fare decluttering” per sport.
È scegliere consapevolmente cosa entra nella tua vita, e cosa merita di restarci.
È smettere di accumulare “non si sa mai”, “magari un giorno”, “mi dispiace buttarlo”.

La verità è che ogni cosa che tieni “perché boh”… è una piccola zavorra. E non serve vivere in una casa zen con un solo vaso ikebana e un tappeto di bambù per respirare meglio.
Serve solo avere il coraggio di liberare spazio, un oggetto alla volta.

Anche il superfluo emotivo pesa

Certo, si può cominciare da un cassetto.
Ma a volte le vere zavorre non sono fisiche:

  • sono relazioni che si trascinano,

  • impegni presi per abitudine,

  • appuntamenti che non vuoi più onorare,

  • sensi di colpa imbalsamati in forma di maglioni natalizi.

Liberarsi non vuol dire diventare cinici o menefreghisti.
Vuol dire fare spazio a ciò che conta davvero.
A ciò che ti fa respirare meglio, dormire più serena, tornare a casa con un sospiro di sollievo e non con la voglia di fuggire.

Comincia dalla sedia-attaccapanni

Sì, quella lì. Quella dove finisce metà del tuo guardaroba.
Non devi cambiare vita, basta svuotare quella sedia.
Ogni micro-azione verso il “meno” è un passo verso il “meglio”.

E mentre sposti, scegli, elimini o regali, succede qualcosa di magico:
ti accorgi di quanta energia liberata puoi re-investire su di te.
Nel pensare, nel respirare, nello scrivere, nel vivere.

“Meno possiedi, più respiri” è una filosofia di vita, non un hashtag carino

È una scelta attiva. Un allenamento alla libertà.
E ogni volta che lasci andare qualcosa che non ti serve più, stai dicendo una cosa bellissima a te stessa:

👉 “Io valgo più del mio disordine.
👉 “La mia energia è preziosa.
👉 “Non sono schiava del tappetino da bagno abbinato al portascopino.

Che, diciamolo, è già un grande traguardo spirituale.

✨ Consigli pratici per partire:

  • Elimina un oggetto al giorno (vale anche per notifiche inutili).

  • Riconsegna le cose prese “in prestito” 7 anni fa.

  • Dona un capo che non metti mai, ma che qualcun altro amerà.

  • Smetti di giustificare tutto (“è stato un regalo”, “è vintage”, “era in saldo”).

  • Chiediti: se lo vedessi oggi in vetrina, lo comprerei di nuovo?

🎈E quindi?

Liberarsi dal superfluo è un atto rivoluzionario.
Non serve fare le valigie per Bali o vendere tutto su Vinted.
Serve solo un po’ di onestà, qualche sacco per il riciclo, e la voglia di respirare più leggero.

E tu? Da dove vuoi cominciare?

Ludo

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